Chiesa Collegiata dello Spirito Santo
La Chiesa Collegiata dello Spirito Santo fu fondata nel 1570 da un gruppo di marinai del Borgo di Celsa sulle fondamenta di una cappella gentilizia dedicata a Santa Sofia appartenuta alla famiglia Cossa. Ben presto il tempio accolse anche la parrocchia di San Vito di Campagnano.
I fedeli venerano in questa chiesa il culto di San Giovan Giuseppe della Croce, francescano nativo di Ischia festeggiato ogni anno il giorno 5 maggio.
Al 1851 risale l'elevazione del tempio a Collegiata con un capitolo di canonici "per mano" di Papa Pio IX.
La chiesa nelle forme attuali, grazie ai lavori di rifacimento eseguiti tra il 1636 ed il 1676, presenta un impianto basilicale a croce latina con interno ad una sola navata e tre cappelle su ciascun lato.
Il prospetto principale ospita semplicemente il portale d'ingresso preceduto da una scalinata, sovrastato da una finestra trilobata.
Alla sinistra della facciata si erge la torre campanaria dalla forma piramidale, con al vertice una cupoletta rivestita da mattonelle smaltate di colore giallo e verde, mentre sulla destra si sviluppa l'oratorio dell'Arciconfraternita di Santa Maria di Costantinopoli.
Oltrepassato l'ingresso si accede alla navata impreziosita sulla sinistra da una fonte battesimale ottocentesca ed una tela in controfacciata raffigurante San Francesco Saverio nell'atto di battezzare un bimbo di colore (1709).
La prima cappella a sinistra è impreziosita da un pannello raffigurante la Madonna con Bambino e Santi, mentre la successiva terza cappella ospita una tela raffigurante la Madonna del Rosario, peculiare per la presenza tutt'intorno di quindici tele sulle quali sono rappresentati i Mosteri (1786). I due transetti accolgono ciascuno un altare in marmo, opere di Antonio Di Lucca, di cui quello a destra ospita un paliotto entro cui è stata realizzata un'apertura indispensabile per riporvi le reliquie di San Pio a cui è stata dedicata altresì una scultura adagiata su una bara in legno. Diversamente, l'altare del transetto è impreziosito da una tela raffigurante la Madonna delle Grazie seduta in trono tra le nubi col Bambino fra le braccia, mentre dal suo seno scorrono gocce di latte che dissentano un gruppo di anime purganti, opera di Paolo De Matteis (1710). Nel punto di incrocio della navata con i transetti si eleva una cupola. L'abside sul fondo della navata ospita l'altare maggiore in marmi policromi sovrastato da un Crocifisso Settecentesco, separato dal piano di calpestio della chiesa riservato ai fedeli, mediante una balaustra, una tela raffigurante la Pentecoste (1768) eseguita dal Di Spigna, e quattro rilievi in stucco modellato rappresentanti i Santi Giovanni, Evangelista, Andrea e Giacomo, opere di Cesare Starace.
La visita all'interno della chiesa prosegue lungo le cappelle del lato destro, di cui la terza ospita un'Annunciazione (1776) del pittore Vincenzo Diano, mentre la seconda cappella è impreziosita da una scultura rappresentante San Pietro.
Meritano di essere visitate le opere d'arte custodite nelle sale della sacrestia, a riguardo segnaliamo:
- un mobile per arredi risalente al XIX secolo;
- un calice punzonato in argento realizzato da Gennaro Russo;
- un affresco raffigurante il Castello Aragonese;
- una Traditio Clavium;
- ed infine, una tela rappresentante la Sacra famiglia con Sant'Anna, San Gioacchino e San Giovannino.