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Santuario di Santa Restituta

Il Santuario di Santa Restituta situato nella piazza omonima nel centro di Lacco Ameno, venne costruito sulle fondamenta di una basilica paleocristina risalente al V secolo a sua volta eretta su un tempio pagano dedicato ai Numi datato dl I secolo a.C..

L'intitolazione alla Santa Africana, Restituta, è legata ad una leggenda cristiana, secondo la quale la martire dopo un lungo viaggio su una barca proveniente da Cartagine, approdò sulla spiaggia di San Montano a Lacco Ameno, e da quel dì iniziò la sua missione: diffondere il cristianesimo sull'Isola d'Ischia.

Le reliquie di Santa Restituta riposarono nella basilica sino all'812, anno della distruzione del tempio paleocristiano per mano dei Mauri, per poi essere traslate a Napoli nella basilica costantiniana, ma ritornarono sull'isola per essere custodite in un'urna sotto l'altare del santuario.

Al 1036 risale la costruzione dell'oratorio su commissione del conte Marino Mellusi e della consorte Teodora, che ne affidano la custodia ai monaci benedettini. Lavori di ampliamento furono eseguiti nel XII secolo con la realizzazione di una cappella. L'edificio religioso così composto venne ceduto nel 1590 dal vescovo di Ischia, monsignor Polverino, ai Carmelitani con l'obbligo di costruire una torre, quale rifugio per religiosi e fedeli in caso di incursioni nemiche.

Verso l'ultimo decennio del Seicento il priore Andrea Buonocore eresse una vera e propria chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, internamente decorata da stucchi.

Nel 1822, ai Carmelitani subentrarono gli Agostiniani, artefici di ulteriori opere decorative, ai quali seguirono nel 1866 i Padri Serviti, per poi cadere nelle mani del Demanio. 

Danneggiata gravemente dal terremoto del 1833, la chiesa venne ricostruita ed inaugurata nel 1886, per volere del cardinale Guglielmo Sanfelice, arcivescovo di Napoli. 

Il prospetto principale in stile neoclassico opera del 1910, presenta nella sezione inferiore un portale centrale inquadrato da colonne con capitelli, sormontato da una finestra vetrata decorata da un crocefisso, mentre in quella superiore un timpano impreziosito da una raffigurazione in tondo di Santa Restituta. Esternamente svetta una torre campanaria costruita dai Carmelitani, nel 1589, oggi sede degli uffici comunali. L'interno su pianta rettangolare, ospita una sola navata riccamente decorata, lungo le cui pareti si aprono dieci campate trapezoidali, cinque su ciascun lato, che fungono da cappelle per ospitare altari in marmo, quadri e statue lignee.

L'occhio del visitatore sembra venga subito attratto dal prezioso soffitto a capriate, rivestito da un cassettonato, decorato da coppie di semicolonne e capitelli in legno e stucco oro e azzurro.
Sul fondo della navata si apre l'area absidale separata dal piano di calpestio riservato ai fedeli mediante una balaustra in marmo, il tutto coperto da una cupola con lanternino. Accanto all'abside si apre una cappella coperta da volte a botte introdotta da un arco impreziosito da stucchi. 

L'arredo sacro, patrimonio indiscusso del santuario, comprende: 

  • un dipinto del XVI secolo, dono di una famiglia ischitana; 
  • un paliotto bronzeo settecentesco raffigurante la Dormitio Virginis;
  • una tela raffigurante Sant'Agostino, opera dell'artista Balbi;
  • la statua della Purificazione risalente alla fine del Settecento;
  • la statua della Madonna del Carmine;
  • altare maggiore in marmo policromo ed intarsi tra cui due teste d'angeli, opera di Baldassarre De Luca;
  • un quadro sovrastante l'altare maggiore raffigurante la Madonna del Carmine, con i Santi Agostino e Restituta adagiati su una barca guidata dagli angeli, opera del Raimo;
  • due tele del pittore Filippo Balbi, situate ai lati dell'altare maggiore, raffiguranti rispettivamente San Tommaso da Villanova e San Nicola da Tolentino
  • dieci dipinti ciascun posizionato sulle altrettante campate interne, raffiguranti alcuni degli episodi del martirio di Santa Restituta, realizzati tra il 1885 ed il 1889 da Francesco Mastroianni;
  • infine, la cappella settecentesca situata al di sotto del pulpito impreziosita da una balaustra in marmi policromi, una statua lignea di Santa Restituta, ed un peculiare pavimento a riggiole decorate. 

 

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