Museo di Santa Restituta
Il Museo di Santa Restituta allestito nell'area sottostante la Basilica di Santa Restituta, venne fondato agli inizi degli anni Cinquanta, grazie all'impegno di Don Pietro Monti, rettore del santuario, ed alle scoperte archeologiche riportate alla luce durante i lavori di scavo eseguiti in occasione del ritrovamento di una cripta paleocristiana al di sotto del pavimento dell'antica cappella dedicata a Santa Restituta.
Tutto partì dalla scoperta di una lucerna fittile risalente al VI-VII secolo d.C., per poi condurre verso il ritrovamento di un antico cimitero cristiano, tombe fenicie, puniche e greco-romane, oltre ad un impianto per la produzione di ceramica esportate in tutto il Mediterraneo.
La Pinacoteca amministrata dalla Curia di Napoli e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle provincie di Napoli e Caserta, è estesa su due piani, di cui quello superiore ospita il museo vero e proprio completo di:
- suppellettili;
- anfore votive;
- dipinti;
- paramenti sacri;
- pastori da presepio;
- reliquiari;
- croci processionali messali;
- statuine del settecento e dell'ottocento napoletano;
- materiali di età romana;
- ceramiche medioevali, magrebine e campane;
mentre il piano sottostante coincide con l'area archeologica, a sua volta divisa in quattro settori che insieme danno vita ad un piacevole itinerario storico-archeologico:
- Il I settore ospita i riperti della zona industriale greca, nel dettaglio impianti di fornaci, officine per la lavorazione dell'argilla, vaschette di decantazione databili dal VII al II secolo a.C.;
- Il II settore ospita i resti di mura in opera reticulata, sepolcri intagliati sul pavimento romano ed un altarino di pietra locale che protegge un'urna contenente le reliquie di Santa Restituta;
- Il III settore raccoglie i segni della presenza e della vita dei primi coloni greci abitanti della famosa Pithecusa, tra cui materiali geologici fossili, schiume di lave vulcaniche, forme litoidi di idoli, ossidiana, raschiatoi, selci;
- Il IV settore ospita il cimitero paleocristiano.
In occasione degli ultimi scavi è stato riportato alla luce altresì un battistero con vasca centrale di forma circolare rivestita di marmo.
Il patrimonio dell’antiquarium del museo comprende:
- urne cinerarie;
- cippi funerari tra cui quello in onore di Seia Spes, una giovinetta che nel 154 d.C. vinse la gara podistica nella trentanovesima Italide svolta a Napoli;
- arredi funerari;
- monete coniate in epoca compresa tra il 450 e 340 a.C.;
- ed infine, frammenti architettonici.